Castelleone - Guida Turistica

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L'arco o "Voltone"
  Il varco che porta, dalla piazza centrale di Castelleone, ornata da portici bassi e risalenti alla fondazione del Castello, al Santuario della Misericordia attraverso il viale ( costruito nel 1821 su progetto dell'architetto Venturelli), é distinto da un Arco, detto comunemente il "Voltone". L'Arco é stato costruito nel 1828 su disegno di Luigi Voghera, architetto cremonese, operante in gran parte a Cremona e nei dintorni. Sorretto da due colonne ispirate al modello ionico, con due capitelli a grandi volute, l'Arco aveva ai lati alcuni edifici, rifatti nei secoli, così come hanno cambiato destinazione e scopo gli edifici che un tempo erano adibiti a luoghi pubblici, come la Posta e la sede comunale, sulla cui superficie é stato poi edificato l'Arco. I portici E' una costruzione che risale al Medioevo, quando Castelleone fu distrutta e poi ricostruita dietro i buoni auspici del Vescovo Sicardo. In doppia fila, i Portici accompagnano con negozi e botteghe la via principale, una via Roma a destra venendo dal Torrazzo, in fila ininterrotta fino a Borgo Serio. Mentre a sinistra si interrompono una volta davanti al luogo un tempo destinato al Monte dei Pegni, una seconda volta di fronte al Sagrato della Parrocchiale a alla Piazza del Comune, per poi riprendere fino alla chiesa del Presepio, e quindi, sempre in parallelo con gli altri, fino allo spiazzo dov'era Palazzo Brunenghi, ora sede del Museo e della Biblioteca civica. I Portici sono stati ripavimentati nel 1849 per consentire un passeggio più agevole.
Il Torrazzo
  La costruzione, in mattoni a vista, della Torre Isso, detta " Il Torrazzo", risale all'antica Castelleone, allora Castel Manfredi, quando aveva la funzione di fortificazione e di vedetta sui Castelli vicini. Alcune ipotesi fanno risalire la sua concezione al 29 a.c., altri la datano al 950. Il fatto é che il torrazzo é un residuo della distruzione del Barbarossa, che ha dato il via alla ricostruzione del nuovo Castello. Alto 47m., a base quadrangolare, ha i muri dello spessore di m.1,75, presenta varie feritoie e un accesso laterale. Probabilmente era collegato come fortezza, alle mura del Borgo Isso, delle quali non rimangono che pochi resti, incorporati in altri edifici, ma che hanno conservato il ricordo del tracciato delle strade che oggi circondano l'antico centro. Secondo alcune ipotesi le difese di Castelleone sarebbero state potenziate da Cabrino Fondulo agli inizi del '400. Oggi é conservato con intelligenza, dopo che vi é stato ospitato l'acquedotto civico.
Il Santuario della Misericordia
  A un chilometro dal centro di Castelleone, immerso nel verde, sorge il Santuario della Beata Vergine della Misericordia, iniziato nel 1513, su progetto di Agostino Fondulo, e terminato nel 1525, dopo molte traversie di carattere economico e sociale. Inizialmente era stata eretta una chiesa che ricordava le apparizioni della Madonna a una povera donna del luogo, Domenica Zanenga; fu poi edificato l'attuale Santuario, a cui fu aggiunto un Convento costruito dai padri di S. Agostino dell'Ordine degli Eremitani, dopo che era stato loro in cura e in affidamento (1616). Del Convento restano i Portici sul lato destro della costruzione, quando nel 1781 fu distrutto, e il Santuario venne riaffidato alla Parrocchia di Castelleone. Nel 1573 al corpo principale del Santuario furono aggiunti il campanile e la sagrestia. Nel 1736 venne pubblicata una stampa della Beata Vergine, opera dei padri Agostiniani, la prima di una lunga serie approntata nei secoli. La costruzione dell'edificio é a pianta centrale, con tiburio ai tredici lati, il transetto e l'abside poligonali che esaltano la spinta verso l'alto del tiburio; mentre il braccio principale é formato da due campate.
  Una terza é stata aggiunta nel 1910 e ne ha alterato la struttura originale. All'interno vi si trovano affreschi cinquecenteschi raffiguranti "Cristo e gli Apostoli", dipinti sui lati del tiburio, opera di G.B. Dordoni. Di notevole pregio é l'immagine della "Madonna con Bambino", in legno, eseguita nel 1560 da Paolo Maltempo, "La Crocifissione" di G.P.Pesenti e "La trasfigurazione" di autore ignoto. Come di autore ignoto é il quadro che raffigura l'Apparizione della Beata Vergine a Domenica Zanenga, su cui si possono intravedere le figure dei Castelle dell'antica cittadina cremonese. Da ricordare ancora le due tele di Angelo Bacchetta che ritraggono scene della "Deposizione" e della "Resurezzione"(del 1862), mentre nella navata centrale é stato posto il grande organo Serassi, costruito dal famoso organario nel 1836. Nel 1866, per iniziativa del Vescovo Geremia Bonomelli, la statua lignea della Madonna ottenne il favore dell' Incoronazione. Nel Santuario erano custoditi fin dai tempi delle apparizioni alcuni pregevoli ex - voto, in parte trafugati e di cui si é persa ogni traccia e in parte dispersi nelle varie fasi di restauri e rifacimenti (1965).
La chiesa di Santa Maria in Bressanoro
  Risalente all'epoca pre-romana e romana, la Corte di Bressanoro, presso le Valli, ospitava uno dei monumenti più insigni della Lombardia, una Chiesa arcipretale dedicata a San Lorenzo. Nel 1460, grazie alla manificenza di Bianca Maria Visconti, moglie di Francesco Sforza, il frate francescano Amadeo Menez de Sylva diede il via alla costruzione di un Convento e di una nuova Chiesa , dedicata a S. Maria : un gioiello dell'arte lombarda del quattrocento, che propone la novità di una pianta centrale e di una costruzione di una croce greca, con severi abbellimenti murari in cotto, culminanti nel tiburio che cela all'interno la cupola maggiore, mentre le altre, di più ridotte dimensioni, coprono i quattro bracci. Ancora più preziosa é la sua ornamentazione interna ed esterna, formata da lunghe teorie di formelle in cotto, che accompagnano senza interruzione le linee architettoniche. All'esterno vi é un portale con arco a sesto acuto, preceduto da un portico con tre arcate a tutto sesto, sostenuto da quattro colonnine, restaurate di recente. Il portico, aggiunto dopo, risale al XVI Sec. All'interno importante é la decorazione pittorica che riveste una fascia dell'alto tiburio e che rappresenta una spettacolare "Crocifissione", sostenuta nelle parti laterali e nei riquadri in opposizione da alcune scene della vita di Cristo, nonché della sua passione e morte.
  Il campanile, a base quadrata, é stato aggiunto dopo la costruzione della Chiesa. Restaurati in epoca recente, questi affreschi della Chiesa sono stati variamente attribuiti a pittori dell'epoca, di stampo lombardo, tra cui vanno ricordati i maggiori: Vincenzo Moyetti, Pietro da Cemmo, Giacomo Borlone, Gian Giacomo da Lodi, Donato Montorfano, Costantino Vaprio, Gabriele da Vaprio, fino al castelleonese Luca Sclavo, ma di cui si hanno scarse notizie. Da ricordare anche il tondo della "Madonna col bimbo", nonché la Cappella della Beata Vergine, a destra dell'Altare, con gli affreschi sulla vita della Madonna, opera di Giovan Battista Trotti, detto il Molosso. La chiesa fu consacrata nel 1464 dal Vescovo di Cremona e unito alla Chiesa vi era un convento di frati francescani della riforma amadeita, come detto sopra, distrutto dopo la sua chiusura nel 1810. Nel 1953 vennero rifatte le terrecotte per le lesene delle facciate e nel 1957 fu concluso il restauro delle formelle nella fascia della cappella d'entrata. Museo Civico, dove sono conservati i reperti e i segni di un'antica civiltà cremonese, con documenti che dal Mesolitico si spinge fino all'Alto Medioevo. Alcuni oggetti ritrovati da solerti ricercatori che poi hanno permesso di istituire il Museo (nel 1972), indicano una datazione di Castelleone risalente a circa 8.000 anni a.C. Nel Museo si trovano anche reperti dell'Età del Bronzo e altri che parlano di una presenza dei Celti nelle nostre terre; ceramiche e monete dimostrano invece come nei pressi di Castelleone si siano insediati i Romani.
  Una visita merita anche la Biblioteca Civica intitolata allo scrittore Virgilio Brocchi, attivo negli anni venti e trenta nella borgata cremonese e che è autore di moltissimi romanzi, alcuni con riferimenti precisi a personaggi castelleonesi e ai fatti che hanno coinvolto il borgo in quegli anni. La Biblioteca conserva testi originali della storia castelleonese e nell'annesso archivio storico vi sono documenti che risalgono alla fine del Quattrocento. La biblioteca é stata fondata nel 1952 e nell'anno successivo affidata alla maestra Rosetta Cugini, passando poi, dopo varie esperienze, alla maestra Giuseppina Carubelli, affiancata da Alma Malfasi, alla quale verrà poi affidata la custodia del Museo Civico.